Su Corso Cavour, il salotto buono di Bari, e precisamente tra la Camera di Commercio e il Teatro Petruzzelli, sorge uno splendido edificio in stile neo-rinascimentale che ospita da quasi un secolo la sede barese della Banca d’Italia.
Recentemente, è stato possibile visitare questo splendido palazzo durante le Giornate FAI d’Autunno. Quando nel 2019 venne aperto al pubblico per la prima volta, fece registrare lo straordinario numero di 14.000 presenze, divenendo il sito più visitato d’Italia.
La Banca d’Italia è presente a Bari fin dal 1863, quando venne inaugurata la sede originaria in Via Cairoli 80. Nel 1909, la sede passò da succursale a centrale, quindi si iniziò a pensare di trovare una sistemazione più dignitosa all’ente.
Si decise, quindi, di spostare la sede su Corso Cavour, laddove sorgevano i capannoni del Mercato, poi reimpiegati per costruire il Palamartino di Via Napoli. Il progetto venne affidato all’architetto Biagio Accolti Gil, che lavorò alla costruzione dal 1926 al 1932.
Anche se costruito in pieno regime fascista, il Palazzo della Banca d’Italia è molto differente rispetto agli altri edifici del periodo, tralasciando il Razionalismo per riprendere canoni più classici, inserendosi pienamente tra le ricche architetture di Corso Cavour, dove sorgevano sia numerosi uffici pubblici, sia le abitazioni dei più importanti industriali baresi.
Venne anche costruita una fontana monumentale, ancora oggi attiva, che restituisce una bella visione d’insieme a chi giunge alla Banca provenendo da Via Calefati.
Entrando nell’edificio, si giunge, tramite un vestibolo arricchito da decorazioni scultoree di Giuseppe Albano, al vasto salone centrale del Palazzo, che si sviluppa in tre diversi ambienti separati da colonne. Tutti e tre gli ambienti sono illuminati da un soffitto vetrato dal gusto liberty.
In particolare, l’ambiente centrale, dotato di abside, presenta due stemmi sul soffitto, rispettivamente quello del Comune di Bari e quello sabaudo. I colori principali sono il bianco delle pareti, il verde delle colonne e l’azzurro delle vetrate. Due orologi Hausmann segnano lo scorrere del tempo, mentre dei bei lampadari in ferro battuto completano la decorazione.
Tramite lo scalone d’onore si accede ai livelli superiori. Qui era possibile visitare lo studio del direttore e la sala consiliare. Elemento di spicco è sicuramente il mobilio d’epoca, anch’esso di stile neo-rinascimentale, progettato appositamente per questa sede da un’impresa romana.
La sala consiliare risulta essere molto ricca, con uno splendido soffitto a cassettoni in finto legno e il pavimento in battuto alla veneziana. Illumina la sala un bel lampadario in vetro di Murano, mentre ad arricchire il tutto si notano alcuni busti, rispettivamente Augusto, Scipione e Cicerone.
Oltre a rappresentare la sede di un’importante istituzione come la Banca d’Italia, il Palazzo rappresenta una vera e propria icona di Bari, straordinariamente sopravvissuta al secondo conflitto mondiale e testimone di un passato prestigioso.
Giuseppe Mennea