Il polpo comune o piovra è un mollusco cefalopode appartenente alla famiglia Octopodidae, specie che vanta 270 milioni di anni di evoluzione. Benché si tratti di un alimento molto consumato, protagonista di molte ricette italiane, in pochi sanno che è un animale sorprendente per via delle sue capacità intellettive, fino a poco tempo fa ritenute peculiari esclusivamente dei vertebrati. Un’osservazione prolungata dei polpi ha evidenziato le loro abilità a risolvere problemi complessi, sviluppare doti mnemoniche, condurre una vita onirica e riconoscere singole persone. Fra le loro innumerevoli caratteristiche mirabili contiamo anche i 3 cuori posseduti da ogni esemplare, ciascuno legato a funzioni diverse, e i 9 cervelli, che gli permettono di avere cinquecento milioni di neuroni diramati nella testa e negli 8 tentacoli, numero notevole pari quasi a quelli dei cani.
Il polpo, inoltre, vanta anche l’abilità di mutare rapidamente colore, fino a 177 volte in un’ora, al fine di comunicare coi propri simili o mimetizzarsi per nascondersi da possibili predatori.
Sono esseri in grado di adoperare strumenti con varie funzioni: dal fondale del mare ricavano oggetti utili a creare ripari, giocare e, addirittura, le femmine li lanciano se infastidite da maschi troppo insistenti nel corteggiamento.
Ma la qualità forse più incredibile consiste nella loro dote di stringere relazioni amicali con gli esseri umani, come illustrato nel documentario “Il mio amico in fondo al mare” (adattamento del titolo originale “My octopus teacher”), prodotto dalla piattaforma Netflix e vincitore di svariati riconoscimenti, fra cui il Premio Oscar nel 2021 come miglior documentario. Esso racconta la storia dell’amicizia fra un uomo e un polpo che abita in una foresta acquatica in Sudafrica, che ha messo in luce il mondo di una creatura marina tanto speciale, sino a suscitare sensibilità verso l’animale e coinvolgere emotivamente gli spettatori.
Maria Elide Lovero