Nel mondo della Superbike era normale vedere piloti di età avanzata ai nastri partenza, almeno con i fratelli Flammini al comando. Dall’anno prossimo questa tendenza tornerà di moda in quanto ci sarà il neo quarantenne Alvaro Bautista in griglia di partenza. 40 anni sì ma sempreverde, altrimenti se ne starebbe a casa sua in Spagna a godersi una pensione condita da tre campionati del mondo vinti. E invece così non è.
Già, perché Alvaro ha fame di rivincita nel 2025. La stagione appena conclusa è stata condizionata da problemi dentro la pista e tormentoni mediatici fuori. Approfondiamo i quattro punti che hanno influenzato il suo 2024.
La questione anagrafica: Alvaro è stato dato per finito da ancor prima che vincesse il suo primo titolo in Superbike. Basti pensare al primo anno con la Ducati quando è stato capace di perdere un titolo già vinto o il biennio successivo in Honda in cui ha collezionato solo qualche podio.
Già allora i cosiddetti leoni di tastiera si erano accaniti contro di lui. Peccato che non appena tornato a Borgo Panigale, Bautista abbia letteralmente spazzato via la concorrenza dominando il campionato per due anni di fila e zittendo i critici. Per la serie: è bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio.
Regolamento: come appena detto lo spagnolo viene da due anni incredibili. Numerosi i lamenti e i pianti dei suoi avversari a causa delle 27 vittorie in 36 gare disputate dal ducatista nel solo 2023. Ecco dunque che per il 2024 è stato introdotto il peso minimo moto-pilota. Una regola fatta per rallentare proprio Bautista e fermare il suo dominio. Con questa novità ha corso con una zavorra che oscilla dai 5 a 7 chili influendo sul peso della moto.
Inoltre ha dovuto anche cambiare allenamento costringendolo ad aumentare la massa muscolare. Il risultato? Piazzamenti meno positivi, tempi più lenti e sempre alla ricerca del giusto feeling con la moto. Missione compiuta per Dorna. Questi mutamenti hanno scombussolato i piani di Bautista che ha sì perso ma lo ha fatto senza piangere. A differenza dei suoi avversari.
Rinnovo: il tormentone degli ultimi due anni è stato “Bautista rinnova oppure smette?” Divertente all’inizio, ma con il passare del tempo decisamente fastidioso. Nel 2023 ha avuto l’opportunità di smettere da campione del mondo in carica, invece ha continuato. Quest’anno c’erano tutte le carte in regola per il ritiro, invece ha rinnovato ancora. Perché andare in pensione dopo averle prese sonoramente da Toprak Razgatlioglu lo avrebbe colpito nell’orgoglio. Ecco perché nel 2025 proverà a strappare il numero 1 dal cupolino del turco. Regolamento contro o no.
Bulega: una vampata di aria fresca all’interno del box Aruba. L’arrivo di Nicolò Bulega può aver influito fino a un certo punto. Lo spagnolo sapeva di trovarsi accanto ad un compagno forte ma forse non così. Un debuttante tanto incisivo non si vedeva proprio dall’esordio di Bautista. Nicolò non potrà che essere uno dei contendenti al titolo, ragione che spingerà Alvaro a migliorarsi ulteriormente.
Fatta la conta dei problemi che hanno condizionato l’anno concluso, adesso si pensa al futuro con fiducia. Le motivazioni non mancano: riprendere confidenza con la moto, tornare a divertirsi e vincere con più frequenza. Un unico compito, ossia riscattare un’annata deludente. Bautista non è stato buttato giù, anzi. E poi abbiamo imparato a conoscerlo nel corso degli anni: come il vino più invecchia più migliora.
Foto: facebook.com/Aruba.itRacing
Paolo Gabriel Fasano