Il 21 novembre scorso c’è stata la ricorrenza della festa degli alberi, istituita dal Ministero dell’Ambiente in attuazione della legge n.10/2013, allo scopo di sensibilizzare al rispetto e alla pulizia del contesto ambientale. La circostanza, di fatto, si presenta come la più efficace opportunità per promuovere iniziative rivolte a valorizzare ogni intervento che miri a tutelare la salute pubblica e migliorare il benessere nei centri urbani, i cui governanti sono i protagonisti indispensabili delle necessarie politiche di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici. Ed è questa la ragione per cui quasi tutte le Amministrazioni civiche, orientate a dare rilievo al senso della festività nazionale, in tale giornata, mettono in pista una serie di eventi e manifestazioni che tendano a sollecitare i propri cittadini a prendere coscienza della importanza del decoro cittadino e a conseguire una concreta ed efficace maturità verso i temi del verde e del suo apporto in termini di salubrità dell’aria, specie nell’ambito del paesaggio urbano.
Spiace dover costatare che i decisori politici a Giovinazzo non si muovano in questa direzione con una pianificazione di azioni utili a coinvolgere e a rendere partecipi tutti in un proficuo tentativo di creare un sistema amministrativo di attenzione al verde cittadino, imperniato su particolari ed ordinarie operazioni che portano ad accrescere in quantità e qualità il patrimonio arboreo.
Insomma per questa ricorrenza nazionale il governo cittadino non si è giammai premurato, in alcun modo, di attuare alcuna manifestazione pubblica o intervento che, per lo meno, possa suscitare l’interesse generale a salvaguardare il parco verde disponibile in città e ad avere comportamenti che siano rispettosi del territorio. Tutto si riduce, per quanto è ormai consuetudine, a far presenziare, ove possibile, qualche rappresentante dell’Amministratore alla consueta cerimonia che, presso il distretto didattico locale, si tiene con la messa a dimora nel giardino dello storico edificio scolastico, di qualche essenza che, il più delle volte, non sopravvive.
Preme, invece, evidenziare, sempre a livello di commemorazioni, che il 22 novembre, la Chiesa universale fa memoria del martirio di S. Cecilia che, come è noto, è riconosciuta protettrice dei musicisti e degli strumentisti. E, dunque, per questa ricorrenza, per la prima volta, il Comune ha appaltato l’esecuzione di un concerto musicale dal titolo, appunto, “La Musica in Festa” che si è svolto sabato, 16 novembre scorso, presso la Parrocchia Immacolata.
Non si è trattato, per la verità, di una iniziativa intrapresa dall’Assessorato alla Cultura, secondo un piano prestabilito di eventi nell’interesse della collettività locale.
Tutt’altro!
Per come relazionato dall’Assessore alla Cultura ai suoi colleghi, nella riunione di Giunta del 12 novembre scorso, la proposta di onorare la Patrona delle attività musicali con una manifestazione musicale da svolgersi nella Parrocchia Immacolata, sarebbe stata avanzata dal Raggruppamento associativo dal titolo “Filippo Cortese” che occupa l’immobile comunale dell’ex convento dei Cappuccini, in via Ten. Fiorino, per gestire la scuola musicale intestata all’illustre concittadino compositore. Nella stessa nota di prospettazione dell’evento, l’Assessore riferisce che il soggetto proponente avrebbe offerto l’esecuzione del concerto di fiati all’interno della Chiesa Immacolata all’uopo prenotata, dietro compenso di € 3.900,00 comprensivo dei relativi oneri fiscali.
Insomma una proposta di manifestazione concertistica senza alcuna indicazione dei criteri e modalità prestazionali di brani da musicare e relativi loro autori. E, infatti, la Giunta, con atto n.191 assunto in quel 12 novembre 2024, ha subito convenuto di dar luogo al concerto di fiati in parrocchia, disponendo anche il pagamento del corrispettivo preteso di € 3.900,00, compreso IVA, a carico dell’esercizio del bilancio corrente. Ne è seguita, immediatamente, in data 14 novembre, la Determina n. 395/2024 del Dirigente del 2° Settore di erogazione del corrispettivo deliberato dalla Giunta, mediante la formulazione di una procedura di gara pubblica finalizzata all’affidamento dell’appaltato, appunto, a favore del Raggruppamento Temporaneo di Scopo “Filippo Cortese”, avente ad oggetto la messa in atto di una generica produzione musicale a cura della propria Orchestra di fiati.
In precedenza questi tipi di esborsi, al beneficiario RTS, erano elargiti come contributi straordinari a sostegno delle attività didattiche a favore di giovani aspiranti musicisti (ultima erogazione è stata di € 4.550,00 con D.D. 292 del 11.08.2023, sempre in attuazione di una delibera di Giunta).
Questa volta per addivenire a una sorta di corresponsione, si è fatto ricorso, ad una procedura di appalto per una prestazione musicale, organizzata dal fornitore d’opera, dietro pagamento di un prezzo stabilito dal fornitore medesimo che, naturalmente, il Dirigente nella sua Determina definisce: Operatore Economico RTS “Filippo Cortese”.
Quello che sconcerta in questa vicenda è che, in pratica, la determinazione a contrarre l’abbia assunta l’organo politico che, accettando la proposta contrattuale del RTS “Filippo Cortese” per una singolare prestazione d’orchestra di fiati, sostituendosi al Direttore di Settore, ha convenuto i termini della contrattualizzazione: il prezzo dell’appalto dell’opera musicale, l’impegno della relativa spesa con il capitolo di bilancio 2024 cui addebitare il pagamento e le modalità e data di svolgimento del concerto.
E che il deliberato giuntale presenti, in sostanza, la caratteristica di una decisione gestionale finalizzata a definire i termini di un negozio per la fornitura di una attività, sia pure di natura musicale, è rilevabile tanto dal titolo “Determinazioni” della Delibera medesima che dall’acquisizione del parere tecnico da parte del Dirigente competente che, tra l’altro, ha assicurato la copertura finanziaria del prezzo richiesto dal prestatore dell’opera.
Al Dirigente non è rimasto altro che approntare a mezzo sua Determina, secondo l’ordinario schema, la formalizzazione della negoziazione semplificata e diretta, dato il limitato costo dell’appalto, in adesione al dispositivo del D.lgs. 36/2023 (Codice Contratti Pubblici) e del D.lgs. n.267/2000 (TUEL), provvedendo, altresì, ad acquisire il codice identificativo di gara presso l’ANAC e a ratificare le condizioni contrattuali convenute, rapportandosi con l’appaltatore, con l’ordinario scambio di nota commerciale.
E così si è posta in essere una formula procedimentale di tipo negoziale per mettere a pagamento il corrente contributo economico, questa volta liquidato dietro presentazione, da parte del beneficiario, di fattura fiscale come corrispettivo di un evento musicale assunto in appalto.
Giuseppe Maldarella