Cosa sta succedendo in Georgia? Nelle strade di Tbilisi, la capitale, si susseguono notti di proteste dal 28 novembre. Sono scaturite dalla decisione del neo governo di interrompere le trattative per il processo di adesione all’Unione Europea, benché la Georgia abbia per iscritto questo obiettivo nella propria Costituzione.
Dalla notte del 30 novembre i dimostranti ancora in viale Rustaveli fronteggiano le forze di polizia antisommossa che cercano di disperderli con l’uso di violenza, spray urticanti, cannoni ad acqua, proiettili di gomma e gas lacrimogeni.
La mattina di lunedì 2 dicembre, invece, alcuni agenti di polizia in passamontagna e senza matricole identificative hanno approfittato del momento in cui i manifestanti accampati in viale Chavchavadze dormivano per attaccarli e pestarli individualmente. Questa dura repressione ha come conseguenze decine di feriti e centinaia di arresti. In città regna un clima di panico e terrore sotto gli occhi di tutta la popolazione.
Lo scontro però non è limitato alle sole piazze, ma è vivo anche all’interno delle istituzioni. La presidente uscente, l’europeista Salomé Zourabichvili, ha dichiarato che resterà in carica poiché non riconosce il risultato del voto dello scorso 26 ottobre e dunque la legittimità del parlamento eletto. Non avendo perciò inaugurato suddetto parlamento, questo risulta ad oggi anticostituzionale nonché monopartitico. Infatti, sono state raccolte prove che denunciano brogli elettorali anche dall’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) oltre che da enti locali.
Sofia Fasano
