Il nuovo anno cinematografico è stato battezzato dall’uscita nelle sale (sebben poche) di “Maria”, il film biografico sull’ultima settimana di vita della cantante lirica Maria Callas. Diretto da Pablo Larraín, è il terzo capitolo di una trilogia – se di trilogia possiamo azzardare a parlare data l’imprevedibilità del regista cileno – di ritratti di personaggi femminili protagonisti del secolo scorso: in ordine cronologico, “Jackie” (2016) sulla first lady Kennedy e “Spencer” (2021) sulla regina del popolo Lady Diana.
In un periodo storico, quello che viviamo, in cui l’industria cinematografica sembri essere a corto di nuove idee per cui i biopics sono gli unici film in sala (“A complete unknown” su Bob Dylan) e in produzione (i quattro sui componenti della band dei Beatles e quello su Bruce Springsteen sono solo alcuni), Pablo Larraín si dimostra e conferma l’unico filmmaker a potersi permettere un biopic non scontato e ripetitivo e l’unico regista uomo, a mio modesto avviso, a potersi permettere un biopic su un personaggio femminile, per la sua sensibilità e professionalità.
Ruoli complessi, tormentati dal loro passato o dal loro futuro, interpretati rispettivamente dalle attrici Natalie Portman, Kristen Stewart e Angelina Jolie. Icone del loro tempo, dal loro pubblico idolatrate prima e poi rinnegate, almeno nel caso di Jacqueline Bouvier e Maria Callas, entrambe legate sentimentalmente all’imprenditore greco Onassis e per questo rivali in amore.
Simmetrie perfette degli ambienti, personaggi sagomati quelli secondari che circondano queste tre protagoniste sono gli ingredienti di cui Larraín si serve per ricreare il milieu soffocante e opprimente in cui queste antieroine vivevano la loro quotidianità.
Habitué della Mostra del cinema di Venezia, dove questi tre film sono stati presentati in anteprima mondiale, Larraín è legato al motivo biografico dei lungometraggi avendo già realizzato “Neruda” (2016), inquadrando di volta in volta i protagonisti in una precisa finestra temporale e partendo da una sceneggiatura basata su saggi e biografie ufficiali ad opera di storici.
Sofia Fasano